Samsung, come ogni altra azienda che produce beni elettronici per la casa e la persona, ha dimostrato da tempo interesse verso l’Internet of Things al punto che lo scorso anno ha acquistato SmartThings, produttore USA di un hub-centralina wireless e di numerosi accessori per l’home automation. Dopo Apple HomeKit e Google Nest, uno terzo binomio è entrato nell’arena di un business che gli esperti IDC stimano vicino a 5.000 miliardi nel 2018. Sbirciando fra i numeri scopriamo anche che i dispositivi domestici collegati a Internet erano 900 milioni nel 2009 ma aumenteranno nel 2020 a 26 miliardi. Samsung ha dichiarato recentemente che il 90 percento dei suoi prodotti (non sono pochi, vanno dagli smartphone alle lavastoviglie!) per il 2017 saranno in grado di connettersi a Internet.
L’interesse per questo mercato appare in tutta la sua chiarezza, così come i motivi che hanno portato il colosso sudcoreano all’annessione di SmartThings: acquistare una tecnologia già disponibile richiede investimenti minori e può essere sfruttata immediatamente.
Prima o poi avremo l’hub SmartThings integrato nei televisori e gli altri elettrodomestici in grado di interagire con i sensori, gestendo l’intero sistema con lo smartphone. E non uno specifico, le App sono infatti disponibili per iOS, Android e Windows Phone.