L’esperienza con il crowdfunding per Goat Story ha un precedente nella tazza da viaggio per caffè, che richiama il corno svuotato usato come contenitore.
Una storia che, prima di arrivare alla giovane startup slovena, ha attinto al mito di Amaltea, la ninfa che si prese cura della capra che allattò Zeus e del suo corno dell’abbondanza. Alla Cornucopia o appunto al Corno di Amaltea si rivolgere qualunque desiderio. Con il tempo sono giunti anche i corni vichinghi di cui moderne interpretazioni ne han fatto boccali per la birra.
Alla Goat Story hanno optato per il caffè, arrivando a riprogettare il modo con cui preparare la nera bevanda. Nulla a che vedere con le macchine da caffè a cialde, ma una rivisitazione del processo di rituale filtratura.
GINA è dotata nella base di una bilancia di precisione che determina la giusta quantità di caffè, o preparato per infusi, e dell’acqua necessaria. Gestita da un App – Android e iOS – via BlueTooth, ci indica con precisione le giuste quantità e il tempo di filtratura attraverso la valvola di caduta.
La bevanda si ottiene attraverso tre metodi: rovesciando l’acqua bollente, per immersione e filtratura a freddo. La qualità dei materiali utilizzata e l’aspetto sembrano scaturiti da menti che nella tazza di caffè ricercano una ritualità che non desidera scendere a compromessi. Menti zen, forse, che non associano a un espresso la riflessione, la meditazione o il semplice pensare.
Il rito del caffè di GINA
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